mercoledì 13 novembre 2013

Il mio amico Luca


Questa volta voglio parlarvi di un mio amico.
Sii, perché posso vantarmi di essere suo amico anche se ci siamo scambiati solo alcuni messaggi su Running Forum e abbiamo corso insieme solamente alcune decine di metri alla mezza maratona delle 2 perle di quest'anno (della quale non ho ancora postato il resoconto) ma, sempre su Running Forum ho seguito la sua vicenda umana e le prove che ha dovuto superare.
Ora che tutto si è concluso per il meglio, ho avuto il desiderio di raccontarvi la sua storia e così ho chiesto a Luca il permesso di farlo e lui, molto gentilmente, me lo ha concesso e mi ha dato da pubblicare la sua foto e l'articolo che è apparso su "La Provincia Pavese" di giovedì 17 ottobre 2013 e che vi riporto.

Nell'articolo è spiegato molto bene tutto quello che ha dovuto passare per combattere la sua malattia (un linfoma di Hodgkin in stadio avanzato) e anche di quando, una volta che la malattia sembrava in remissione ha dovuto ricominciare tutto da capo.

Già, tempo addietro, ad inizio anno, Orlando Pizzolato aveva pubblicato la sua storia ma, purtroppo, allora non era stata ancora scritta la parola fine.
Adesso, finalmente, Luca ha superato, da vincitore, la linea del traguardo e quella che vi racconto è una storia a lieto fine.

Ripartire con lo sport: «I miei 21 chilometri dopo il trapianto» 

La diagnosi, 15 mesi di terapia e la voglia di vita normale. «Correre mi ha aiutato, a Pavia ho vinto la mia sfida»

"21 km dopo 21 gg. Grazie Ctmo". Con questa scritta sulla maglietta Luca Manto, 41enne ingegnere di Voghera, il 6 ottobre taglia il traguardo della Corripavia nelle posizioni di retrovia, 2 ore e 7 minuti. Una corsa anonima. Non fosse stato per la maglietta, nessuno avrebbe colto la grandezza della sua fatica. Il Ctmo è il Centro trapianti midollo osseo del San Matteo, i 21 km sono quelli della mezza maratona e i 21 giorni sono il lasso di tempo trascorso dalla fine di un trattamento di autotrapianto durato quasi un mese, nel chiuso di in una camera sterile. 21 giorni prima della Corripavia, appunto, Luca usciva dall'ospedale dimagrito di 9 chili e con il tono muscolare di uno che non si è quasi mosso per tre settimane e mezza. Roba, per lui, da far fatica a salire una rampa di scale. Roba, per noi, da farsi venire la tentazione di raccontare in modo epico la sua impresa. Che è proprio quello che Luca non vuole: «In 15 mesi di malattia ho tenacemente voluto vivere in modo normale. E la corsa è stata l'apice di questa normalità».
Vale la pena di fare un passo indietro. Luca Manto, che da tre anni ha scoperto la corsa, se ne è innamorato e la pratica quasi tutti i giorni (fino a correre in media 3mila km l'anno), nel luglio del 2012 si vede diagnosticare un linfoma di Hodgkin, già piuttosto esteso: «È una malattia asintomatica. Non fosse stato per un gonfiore tra collo e clavicola, che notavo soprattutto dopo la corsetta quotidiana, non me ne sarei mai accorto. E per tanto tempo non gli ho dato peso. Mi sentivo bene, stavo bene». Eppure la realtà è drammatica. In un attimo è catapultato nel mondo della malattia. Cominciano i cicli di chemioterapia, programmata per i sei mesi a venire. «Per carattere guardo sempre avanti. Prima di quella diagnosi stavo preparando la maratona di Venezia, avevo ripreso da poco dopo una fascite plantare. Stavo affrontando un guaio ben peggiore, ma mi scocciava dovermi fermare di nuovo. Posso correre?, chiedo ai medici. Me lo sconsigliano. Non un divieto ferreo, ma giustamente mi mettono in guardia». Le cure debilitano, alcuni farmaci sono cardiotossici, la soglia della fatica precipita. Luca però legge in rete articoli di medici americani che esaltano i benefici dell'attività fisica sugli effetti collaterali della chemio. «E allora decido di provarci. Dopo ogni terapia, per 2 giorni mi limito a camminare e poi riprendo a correre. Una gran fatica, ma sento che mi fa bene e mi aiuta a smaltire i farmaci».
Il primo ciclo di cure, anche grazie alla corsa, passa in fretta e gli esami sono incoraggianti. «Ultima chemio l'11 gennaio 2013. Di rincorsa preparo una mezza maratona, quella di Santa Margherita del 3 febbraio. Riuscire a correrla come voglio, mi dico, significa che sono fisicamente guarito». E in effetti va così. Ma la festa dura pochissimo, solo due giorni dopo la doccia fredda: «La malattia che sembrava essere in remissione completa si ripresenta subito. I medici mi danno il 40% di possibilità di guarire. Mi dicono anche di non correre più, perchè la nuova terapia è 10 volte più forte della precedente. Resto fermo 2 mesi, i più brutti, spaventato e abbastanza depresso» . A metà aprile, però, torna prepotente la voglia di fare: «Appena mi sento un po' meglio compro una bici da corsa, mai usata prima, e riparto con tutta la fatica del caso: mancanza di allenamento e valori del sangue sballati. Dopo 2 settimane riprendo anche a correre lentamente, grazie all'aiuto di un caro amico e dei compagni di corsa di runningforum.it, i cui messaggi mi hanno sostenuto anche nei momenti peggiori». Il fisico risponde, la testa si libera. Il morale è alto quando ad agosto, due mesi fa, arriva la prova più difficile: «Entro al San Matteo per il trapianto di midollo. Sei giorni di chemio, uno di riposo, poi il trapianto con le staminali prelevate mesi prima e congelate. 24 giorni a letto in camera sterile. Il Ctmo del San Matteo è una struttura eccellente anche per l'umanità di tutto il personale, dal professor Alessandrino in giù». Luca Manto viene dimesso il 15 settembre. È una domenica, il martedì prova a correre: «Ho subito pensato alla mezza di Pavia, il 6 ottobre. Correrla e dedicarla a chi in quei 24 giorni mi aveva assistito. Ce l'ho fatta e per la seconda volta mi sento definitivamente guarito».
Luca archivia 15 mesi duri e affrontati di petto: «Mai smesso di lavorare, di correre, di fare la stessa vita. Una normalità che ha aiutato anche la mia famiglia. Ho una figlia di 8 anni che non ha mai avuto la percezione di un papà malato». Correndo si combatte la malattia? «Vorrei solo passasse un messaggio: bisogna conoscere bene il proprio corpo e saperne ascoltare i messaggi. Durante una terapia non tutti reagiamo allo stesso modo, è chiaro. Ma il mio corpo ha risposto alle sollecitazioni che gli chiedevo, con grandi benefici. E se sai valutare i tuoi limiti, poco per volta alzi l'asticella». E ora? «La malattia è sotto controllo. E io ho voglia di tornare a correre una maratona».

Con Luca siamo già d'accordo che, se non ci incontriamo prima in qualche gara ci incontreremo di nuovo all'edizione 2014 della mezza delle 2 perle; se volete unirvi alla compagnia...

Qui trovate l'articolo on line.

2 commenti:

  1. Un po'dista, grazie per averci fatto conoscere un Campione di vita oltre che di sport... a Luca dico: da oggi ha un tifoso in più!
    Grazie,
    Andrea

    RispondiElimina
  2. Mi aggrego ai ringraziamenti per avermi fatto conoscere questa storia

    RispondiElimina